La tecnologia friulana vola a Las Vegas

La storia di Marco, startupper e socio BCC

Cosa unisce un gelataio, un consulente, due impiegati e uno studente? È presto detto: la volontà di realizzare un'idea semplice ma innovativa.

Durante un viaggio a Londra mi sono ritrovato con il telefono scarico. Senza adattatore, senza modo per caricarlo. Per fortuna in albergo ho trovato un dispositivo: un box per ricaricare smartphone pagando con le monete. Lì per lì non ci ho fatto troppo caso: ho inserito le monete, ricaricato il cellulare e annoverato il box tra le buone idee.

Qualche viaggio dopo, mi sono trovato di nuovo nella stessa situazione. Questa volta ero in Spagna, con il telefono senza batteria e senza modo per ricaricarlo. E mi sono ricordato del box inglese.

In Italia non avevo mai visto un dispositivo simile: perché non importarlo? Anzi, perché non replicarlo, e renderlo ancora più funzionale e immediato da usare?

Ne ho parlato con i miei amici: abbiamo capito che il mercato per questi prodotti era ancora da scoprire. Pochi produttori, prodotti esteticamente poco piacevoli. Così abbiamo iniziato a sperimentare con i materiali e le componenti elettroniche. Eppure mentre lavoravamo, ci siamo accorti che qualcosa non funzionava.

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Siamo quattro ragazzi con background e formazioni differenti. Io vengo dalla consulenza finanziaria, Davide e Diego lavorano nel settore dell’arredo, Fabio gestisce una gelateria. Siamo tutti e quattro commerciali, abituati a vendere qualcosa – gelati, servizi, arredo – ma non a produrre. Per realizzare il nostro prodotto avevamo bisogno di un tecnico. E così trovato il quinto socio, Matteo, tecnico informatico, abbiamo avviato la nostra start-up, Phone-Italia.

Abituati bene fin da piccoli

Quando avevo 19 anni sono andato a vivere da solo, fuori di casa. Il merito – o la colpa – è di mia madre, di origine islandese. Là si usa così: finita la scuola, i ragazzi devono imparare a cavarsela da soli.

Pure i miei amici, nonostante non abbiano ascendenze nordiche, non sono stati a lungo tra le mura di casa. Ognuno di noi si è fatto da sé. Sarà anche per questo che mettere su un’impresa non ci ha spaventato.

 

"Entrare nella Factory di Banca Manzano è stato un biglietto da visita vincente per la nostra start-up".

La differenza si vede subito

Forse perché negli ultimi anni si parla molto di start up, tanti ragazzi pensano che avviare un business sia facile. Anche il mercato delle nuove imprese è già affollato.

Entrare nella Factory di Banca Manzano è stato un modo per differenziarci dalle altre start up. Essere ammessi in questo spazio di co-working è stato un biglietto da visita vincente: avere alle tue spalle una banca che ha creduto nel tuo progetto permette di presentarti agli investitori con più forza.

Grazie alla consulenza della banca eravamo certi della bontà del nostro business plan. Ma si sono comunque accumulati mesi di ritardo prima che il totem fosse pronto. È stato frustrante: avevamo programmato di essere sul mercato in 6 mesi, e invece ce ne abbiamo messi 16. Durante quel periodo subivamo una costante uscita di cassa – e non avevamo introiti!

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"Il nostro prodotto è totalmente made in Italy, anzi, made in Friuli".

 

Elettronica a km zero

Leonardo, il nostro totem, è totalmente Made in Italy, anzi, Made in Friuli. Le componenti vengono da aziende del territorio, l’assemblaggio lo facciamo noi, come la vendita. E come tutti i prodotti italiani, non è solo funzionale: è anche bello. Abbiamo scelto di curare molto anche il design.

 

Viva Las Vegas

Per trovare potenziali clienti abbiamo iniziato a frequentare le fiere del settore: una delle più conosciute è sicuramente il Consumer Electronic Show (CES) di Las Vegas. Esporre Leonardo tra i big dell’elettronica è stato un investimento che ci ha dato ottimi risultati – non previsti.

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Non avevo grandi aspettative: pensavo di andare a Las Vegas più per vedere gli altri che per mostrarci. Invece non mi sono mai potuto allontanare dal nostro stand: è sempre stato affollato di curiosi.

Dopo Las Vegas tutto si è mosso molto in fretta: nuovi contatti, molte domande, tanto interesse. Aspettiamo un buon ordine e poi… ci siamo! Quasi.

 

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