Perché una riforma
del Credito Cooperativo

La Legge 49/2016 ha riformato il sistema del Credito Cooperativo italiano, disegnandone un nuovo assetto organizzativo. Con l’obiettivo di una maggiore integrazione a sistema delle oltre 300 Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen (BCC) per rispondere in maniera adeguata ai nuovi contesti di mercato ed alle sollecitazioni normative collegate all’entrata in vigore dell’Unione Bancaria.
Con la riforma è iniziato pertanto – per le BCC – un importante percorso di cambiamento, che permetterà di disegnare un modello organizzativo nuovo ed originale, capace di unire cultura locale a respiro europeo. Perché continuino ad essere, le BCC, banche autonome, cooperative, locali, ma inserite in un sistema più coeso ed efficiente.
Banche di comunità che hanno a cuore le sorti dei territori di cui sono, e continueranno ad essere, un’espressione diretta.

Il contesto

Una profonda rivoluzione sta interessando già dal 2014 tutte le banche europee. Ma nel corso del 2016, il percorso di completamento dell’Unione Bancaria determinerà importanti novità non solo nell’ambito delle politiche e delle prassi di vigilanza, ma anche nell’organizzazione aziendale delle singole banche di qualsiasi dimensione e natura giuridica, nelle procedure e nell’utilizzo degli strumenti per la prevenzione e la risoluzione delle crisi, nel rapporto con gli azionisti, con i soci e con i clienti.

Una riforma “differente”

Nel gennaio 2015 si è chiesto al Governo italiano di non intervenire autonomamente con una propria riforma delle BCC, ma di coinvolgerle direttamente in un percorso di rinnovamento. È così stato possibile avviare un utile confronto con il Governo e con la Banca d’Italia. Ciò ha consentito di elaborare una proposta  di contenuti qualificanti e di caratterizzare la riforma in modo coerente con la storia e i tratti distintivi, più che mai moderni, della mutualità bancaria. Un metodo nuovo, è il caso di dire “cooperativo”, che ha riconosciuto le specificità del sistema individuando, con chiarezza, gli obiettivi da raggiungere.

Tre le richieste che erano state avanzate dalle Autorità:

  1. migliorare la governance complessiva del Sistema BCC;
  2. allocare in modo più efficiente le risorse patrimoniali già presenti all’interno del Sistema;
  3. aprirlo ai capitali esterni.

A queste si sono aggiunti i tre obiettivi indicati come prioritari dal Credito Cooperativo:

  1. valorizzare la dimensione territoriale e l’autonomia delle singole BCC;
  2. semplificare le filiere, eliminare le ridondanze, accrescere l’efficienza;
  3. garantire l’unità del sistema.

Obiettivi che sono diventati le linee guida della riforma, divenuta poi Legge (Legge n. 49 dell’8 aprile 2016, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 aprile).